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Yoga

lunedì ore 18 – 19
mercoledì ore 8 – 9.15
giovedì ore 9 – 10.15

Lezione prova con prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni

mkulti@yahoo.com

Perlustrare il corpo per riconoscere tensioni e resistenze
accorgersi del respiro per intuire intimi e sinceri angoli di sé

Senza spingere né stringere, in questo approccio si lavora il corpo nello stare. Attraverso movimenti piccoli e sensibili si viene invitati alla scoperta di nuovi e inaspettati spazi nelle articolazioni così come tra sé e sé.
 Ponendo l’accento sul come piuttosto che sul cosa, ci si muove attraverso l’ascolto delle sensazioni imparando a lasciare da parte l’immagine che ci siamo fatti del nostro corpo.

Le tensioni profonde lasciano presa e si dischiude una prospettiva diversa, un fresco punto di vista da cui osservare se stessi e il mondo.


Questo approccio è adatto a chiunque abbia il desiderio di ascoltare.

Che cosa sono le asana?

Le posture e gli esercizi hanno come scopo quello di riportare il corpo verso la sua funzionalità, liberandolo dagli intasamenti strutturali. La loro azione interviene principalmetne su tre punti: la dissoluzione delle resistenze e delle tensioni profonde; la liberazione e il raddrizzamento della colonna vertebrale che attraverso l’accumulo di reazioni di ogni tipo – difese, resistenze, condizionamenti, stress – risulta bloccata in più punti; il risveglio e l’armonizzazione degli strati profondi della sensibilità (khosa). In questa pratica non si vuole fabbricare un corpo ideale o migliore; ognuno è invitato a praticare nel rispetto della propria struttura, qualsiasi siano le proporzioni delle braccia, delle gambe o del busto. Poichè solo il rispetto della struttura individuale  può permettere la liberazione dei nodi profondi.

Le asana (posture) non rappresentano solo l’approccio allo yoga per così dire “fisico”: sono degli strumenti per esplorare il nostro corpo. Le articolazioni in cui si trovano tante resistenze, gli spazi intervertebrali, le mani, i piedi e il viso sono le zone più sollecitate in questa esplorazione per arrivare a sentire che è la distensione che libera gli antagonismi, non lo sforzo e la tensione muscolare.

Lo scopo non è di compiere la posizione esterna ma, attraverso l’ascolto delle nostre resistenze, il sentire cosa ci impedisce di abitarla. Non interessa cioè “arrivare” ma osservare quello che si presenta durante il percorso, alla ricerca  di una sensibilità che permetta di esplorare le posizioni senza sforzo nè tensione, per aprirsi al proprio spazio di tranquillità.

BIBLIOGRAFIA

Baret E., Yoga tantrico. Asana e pranayama del Kashmir. 2008, Ed. Mediterranee
Baret E., L’unico desiderio. Nella nudità dei tantra. 2010, Ed. La Parola
Baret E. , Le yoga tantrique du Cachemire, 2008, Ed. Relie
Zondervan K., Le yoga tantrique, 2010, Ed. Almora

A cura di

Dafne Carli

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