
L'insegnante
Dafne Carli
leggi la presentazione
In questo corso viene indagato il corpo attraverso mappe di movimento che derivano dalla tradizione della danza odissi e dal Nāṭyaśāstra – antico trattato sul teatro e la danza.
Nelle lezioni si impara dapprima a conoscere le possibilità di movimento di ogni singola unità (piedi, bacino, busto, testa, mani, occhi) per poi collegarla alla totalità del corpo, fino a costituire semplici unità coreografiche.
Un’attenzione particolare viene data alle camminate stilizzate (cārī) per fare luce sulla relazione tra piede e bacino, sostrato di ogni danzare. Le unità di movimento vengono studiate in relazione al peso, al respiro e alle personali possibilità.
Non ci interessa una danza virtuosa, ma una danza che riveli profondamente l’essere umano.
Giorni e orari
lunedì 19.15 – 20.45
Lezione prova con prenotazione obbligatoria
Approfondimento
L’approccio pedagogico proposto in questo corso mira a rendere fruibile la danza indiana fuori dal suo contesto d’origine senza perdere di vista il rigore della tradizione. Ci si interroga su come un corpo europeo possa farsi permeare da un linguaggio che è anche culturale oltreché tecnico. Dopo molti anni di studio tradizionale della danza in India, ne ho trascorsi altrettanti ad interrogarmi su come rendere fruibile questo immenso patrimonio ad un corpo che apprende fuori dal contesto di origine. Attraverso un processo di destrutturazione della tecnica della danza odissi, resa possibile tra l’altro grazie allo yoga dello Kashmir, la psicoterapia e la tecnica release, vedo oggi la danza odissi innanzitutto come strumento di conoscenza di sé e celebrazione della vita.
Invito le persone che si avvicinano a questo corso ad immergersi in questo meraviglioso vocabolario ascoltando le proprie possibilità, per entrare nel ritmo gioioso della danza e approfondire un angolo di mondo nascosto nel proprio corpo. Si indaga come le posizioni fondamentali della danza odissi possano essere scoperte all’interno del proprio corpo attraverso:
1. l’attenzione a come il peso abita il corpo e la conseguente liberazione delle articolazioni che ne deriva;
2. la ricerca sulla sensibilità della mano in relazione allo spazio e al corpo;
3. il lavoro sugli occhi: lo sguardo poggiato sull’esterno e però sempre in ascolto dell’interno:
4. la questione del tempo: scopriamo il nostro ritmo originario insieme alla ritmica che è la base portante della danza indiana.
La domanda di partenza è: di che cosa ha bisogno un corpo per danzare l’odissi? Che cos’ha da dire questa danza così legata ad un tessuto culturale hindu ad un corpo cresciuto e plasmato da una società occidentale?
Non cerchiamo di sbarazzarci di qualcosa che riteniamo poco corretto, ma cerchiamo di sentire che è proprio rispondendo alle domande tecniche che la pratica ci pone, che siamo condotti a livelli profondi di noi stessi. Così che ognuno trovi la sua personale risposta al corpo che danza.
Il corso annuale è arricchito da una proposta facoltativa di seminari di approfondimento al sabato mattina.
Chari, quanti modi di camminare?
Le camminate chiamate cāri sono una sorgente viva e attuale per chiunque stia con curiosità nel proprio corpo